Viviamo in un’era in cui sostenibilità non è solo una parola d’ordine, ma un imperativo categorico che guida le decisioni delle aziende più influenti al mondo. L’attenzione all’ambiente, ai diritti degli animali e alla qualità dei materiali sta ridefinendo i confini di settori come la moda e la tecnologia.
Per le #goodnews di ottobre abbiamo scelto di condividere 3 notizie che ci fanno ben sperare per il futuro di questi settori. Iniziamo!
Sostanze inquinanti, l’UE chiede limiti più severi
Il 13 settembre 2023, il Parlamento europeo ha adottato una posizione negoziale tesa a imporre limiti più rigorosi sulla qualità dell’aria. Con 363 voti favorevoli, 226 contrari e 46 astensioni, il testo mette in evidenza le preoccupazioni crescenti riguardo l’importanza della pulizia dell’aria e le implicazioni per la salute dei cittadini europei. Un punto cruciale del documento riguarda i cittadini che hanno subìto conseguenze negative sulla propria salute a causa dell’inquinamento atmosferico: a questi ultimi sarà garantito un risarcimento. Inoltre, verranno implementati ulteriori punti di campionamento per monitorare con maggiore precisione la qualità dell’aria. Questa mossa sottolinea l’importanza di fornire dati accurati, in particolare nelle grandi metropoli e nelle aree altamente inquinate.
È noto che l’UE ha un obiettivo ambizioso in materia di inquinamento atmosferico: ridurlo a zero o, almeno, a livelli non dannosi per la salute umana entro il 2050. Questo impegno fa parte del Green deal europeo, un’iniziativa per creare un’Europa più ecologica e sostenibile.
Se confrontata con altre regioni globali, l’UE ha sempre sostenuto standard elevati per la qualità dell’aria. Tuttavia, l’aggiornamento del 2021 delle linee guida dell’OMS ha reso evidente la necessità di rivedere gli attuali limiti. In risposta, la Commissione ambiente (Envi) aveva proposto di adeguarsi ai nuovi standard dell’OMS entro il 2030. Il Parlamento ha accolto questa proposta, ma ha posticipato l’attuazione di cinque anni.
Questa iniziativa ribadisce che respirare un’aria pulita è, per prima cosa, un diritto fondamentale dei cittadini. E mentre vengono fissati nuovi limiti per le sostanze inquinanti, è altrettanto essenziale assicurarsi che la qualità dell’aria venga monitorata con precisione e che i dati siano resi accessibili e comprensibili in tutta l’Unione europea.
La “pelle” vegan di banana: il nuovo fronte della moda etica e sostenibile che dice addio alle sostanze inquinanti
Il mondo della moda, sempre attento alle tendenze emergenti e alla necessità di rispondere ai crescenti desideri dei consumatori di avere prodotti etici, saluta l’arrivo di un nuovo materiale rivoluzionario: il Bananatex. Questa alternativa alla pelle tradizionale ha origini lontane, essendo prodotta dalle piante di banane Abacá coltivate sugli altopiani delle Filippine. Stella McCartney, la nota stilista, ha recentemente messo in risalto questo materiale nella sua collezione autunno 2023, presentandolo come l’ultima frontiera nella moda cruelty-free.
Ma cosa rende il Bananatex così speciale? Innanzitutto, viene prodotto in modo estremamente sostenibile. Le piante di banane Abacá sono autosufficienti, crescono senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti o irrigazioni supplementari, rispettando l’ecosistema circostante. Dopo tre anni di intensa ricerca, è stato possibile trasformare le foglie di queste piante in un materiale durevole, sostenibile e rivoluzionario, pronto a sfidare non solo il cuoio tradizionale ma anche i tessuti sintetici.
Oggi, la moda sta subendo una vera e propria metamorfosi. I prodotti vegan non sono più considerati solo un’alternativa, ma stanno diventando la norma. Le creazioni di Bananatex, insieme ad altre innovazioni nel campo dei tessuti, stanno guidando questa rivoluzione, rendendo la moda non solo più etica, ma anche più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Apple punta sul veganismo per gli accessori di iPhone e Apple Watch
Subito dopo il lancio del nuovo iPhone 15, Apple sorprende con una scelta eco-friendly: l’addio alla pelle animale per le cover e i cinturini dell’Apple Watch. Questa decisione si inserisce in una crescente tendenza delle grandi aziende tecnologiche a orientarsi verso soluzioni sostenibili, e Apple sembra intenzionata a prendere la guida di questo movimento.
La soluzione scelta dall’azienda di Cupertino è il Fine Woven, un tessuto resistente con fili intrecciati in diagonale, parente stretto di denim e fustagno. I clienti avranno a disposizione custodie in questo materiale in una gamma di 10 colori, dal classico nero al delicato glicine, garantendo non solo uno stile distintivo ma anche una protezione affidabile, grazie ai bordi in gomma. Ma l’ambizione di Apple va oltre. Circolano voci che l’azienda miri a eliminare anche gli accessori in silicone, problematici in termini di smaltimento, riaffermando l’impegno di Apple nella ricerca di soluzioni sostenibili.
Questo nuovo orientamento riflette una trasformazione più ampia nel settore tecnologico. Lenovo, ad esempio, ha già introdotto sul mercato laptop con rivestimenti in pelle vegan, prodotta a partire da materiali riciclati. Anche HP ha seguito questa direzione, proponendo custodie in pelle vegan per i propri dispositivi. La crescente attenzione alla sostenibilità da parte delle grandi aziende tecnologiche indica che il futuro degli accessori tech sarà non solo innovativo, ma anche rispettoso dell’ambiente e degli animali.